GLADIATORE

GLADIATORE

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Le prime fonti letterarie non concordano sulle origini dei gladiatori e dei loro giochi, se non per il fatto che si trattò di un’usanza non romana mutuata da qualche altra popolazione stanziata nella Penisola italica. Alla fine del I secolo a.C., Nicola di Damasco (†14 a.C.) sostenne l’origine etrusca dei giochi gladiatori.

L’originale connotazione funerario religiosa, comunque presente fino al termine dell’era repubblicana, scemò progressivamente in favore d’uno spettacolo sempre più popolare, capace di catturare crescenti fasce di pubblico di tutte le classi sociali.

Fu soprattutto il forte consenso popolare che ne ricava l’organizzatore dei giochi, l’editor (o munerarius), a giustificare lo sforzo economico sostenuto. I giochi gladiatorii offrivano al munerarius opportunità stravagantemente costose ma efficaci per l’autopromozione e offrivano ai suoi clientes e potenziali elettori un intrattenimento emozionante a costi minimi o nulli per loro stessi.

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I gladiatori divennero così un potente elemento di condizionamento della vita politica e la collocazione temporale del munus divenne funzionale all’evento politico dell’editor, svolgendosi anche a distanza di molti anni dalla morte del defunto al quale era dedicato: es. nel 65 a.C., il neoeletto edile Caio Giulio Cesare sponsorizzò dei giochi che giustificò come munus al padre morto da 20 anni! gladiatore spogliarellisti spogliarellista

Negli ultimi anni della tarda Repubblica, caratterizzati da incredibile instabilità politica e sociale, qualsiasi proprietario aristocratico di gladiatori aveva a sua disposizione una forza bruta da impiegare a scopo politico, sia in termini di spettacolo sia di “squadracce” di picchiatori.

Il declino dei munera fu un processo complesso. La crisi del III secolo impose crescenti richieste militari all’erario, dalla quale l’Impero non si riprese mai del tutto, e i magistrati minori trovarono la spesa obbligata dei giochi sempre meno gratificante rispetto a dubbi privilegi d’ufficio.

Tuttavia, gli imperatori continuarono a sovvenzionare i giochi per una questione d’interesse pubblico immutato.

All’inizio del III secolo, lo scrittore cristiano Tertulliano condannò la frequentazione dei cristiani ai munera: i combattimenti, disse, erano omicidi, la loro testimonianza spiritualmente e moralmente dannosa e il gladiatore uno strumento di sacrificio umano pagano.

Fonte: Wikipedia

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